giovedì 19 maggio 2016

Festa regionale Gifra Campania-Basilicata

Siamo quasi giunti alla fine dell’anno fraterno e non possiamo non parlare della Festa Regionale della Gifra che ormai da qualche anno si svolge il 1°maggio. Quest’anno la città che ci ha accolto è stata Sarno e il tempo gioca sempre brutti scherzi ma il sole prevale sempre. Lo slogan scelto è stato: “Incantiamo il mondo con i doni della vita”. Ma cosa significa? Partiamo dalla parabola dei talenti (Matteo 25, 14-30) , che ci ha accompagnato nella mattinata nella liturgia iniziale di questa esperienza.

“Avverrà come di un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni”: un Dio che da sempre sappiamo che ci chiama a seguirlo, ci chiama per nome e dona ad ognuno di noi dei talenti irripetibili per realizzare il suo disegno. Talenti da accogliere e mettere a frutto e al servizio degli altri. E a noi giovani francescani che abbiamo ricevuto una chiamata speciale, che è quella di seguire Cristo sulle orme di Francesco d’Assisi, è stato affidato un talento altrettanto speciale: il talento della fraternità.

“Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone”: la paura blocca il servo, la paura blocca noi giovani, ci ferma davanti a tante situazioni, la paura di perdere tutto e di non essere all’altezza. Allora cosa significa “Incantare il mondo con i doni della vita”? Il Signore se ci dona dei talenti è perché ha tanta fiducia in noi, il nostro compito è di riscoprire questi doni che Lui ci ha fatto e moltiplicare i nostri talenti, incantare il mondo con essi sporcandoci le mani, mettere al servizio il dono della fraternità da annunciare nelle nostre comunità, per le strade, essere portatori del Suo amore nel mondo e diventare speranza di un nuovo mondo. Essere uomini e donne fino in fondo, non fermandoci a mezza costa, non mettendo limiti all’utopia.

E proprio accompagnati da questo vangelo la mattinata si è poi svolta divisi per gruppi per vivere diversi laboratori improntati proprio alla riscoperta dei nostri talenti.

Nel pomeriggio un’ulteriore momento si è poi aggiunto alla festa: le testimonianze. Il tema di fondo, anche in vista del Giubileo, è stato la Misericordia. L’esempio è stato ben reso dalle parole di Abdul un ragazzo africano arrivato in Italia per sfuggire alla guerra e alla fame del suo paese. Egli stesso si è commosso quando ha raccontato, dinanzi a tutta la Piazza di Sarno, la sua storia, in particolar modo della sua traversata nel deserto che dovette compiere prima di giungere in Italia. Le sue lacrime sincere al pensiero che lì vi perse due dei suoi più grandi amici; lacrime per la mancanza di sua madre, che gestisce un piccolo negozio di pesce in Senegal, quello per cui egli fu costretto a fermare gli studi per aiutarla con il lavoro. Delle sensazioni che sembrano a noi, oggigiorno, quasi impensabili, ma che Abdul si è trovato ad affrontare a soli diciassette anni. Nonostante ciò Abdul ringrazia Dio perché ora è in Italia dove lui dice “il 75% delle persone è buona’’, e ancora sottolinea “abbiamo tutti un naso, un cuore, respiriamo e amiamo allo stesso modo perché tutti uguali”, poi parlotta un napoletano stentato e sorride.

A seguire, come seconda testimonianza c’è stata quella di Gabriele che ha compiuto una missione in Africa, luogo nel quale ha lasciato una parte di sé e le cui sensazioni sono tuttora intense nei suoi occhi. Ha raccontato un episodio di un bambinetto, che ogni mattina nutriva con del riso, ma che dopo aver ricevuto la sua porzione scappava. Non comprendendo il motivo, un giorno decise di seguirlo e si accorse che il bimbo scappava per portare il pasto alla sua tenda ai suoi amici e ai parenti, per poterne mangiare insieme. Queste immagini accompagneranno la vita di Gabriele per sempre: una vita all’insegna della Misericordia. Una vita simile è quella intrapresa, dei coniugi Giovanna e Alfredo che, non riuscendo ad avere figli propri, hanno deciso di adottare un bimbo. Ma poi quasi per miracolo Giovanna aspetta un bambino, e non solo uno, infatti, da alla luce due gemelli. Inoltre, si presentano davanti a loro ancora occasioni di adozione e la coppia, “non contenta” arriva alla quota di sette bei figli di cui una, che fu adottata all’età di quindici anni, è prossima al matrimonio e presto sarà mamma.

Come l’inizio, a concludere la giornata vi è stata la celebrazione eucaristica. Fra Pietro, ancora una volta, afferma che la Misericordia deve essere costruita giorno per giorno da noi tutti, in modo da raggiungere forse un luminoso mondo domani in cui non ci sia più bisogno che qualcuno adotti  bambini e in cui Abdul non debba fuggire da casa sua per la guerra. Ma per tutto ciò occorre vivere la solidarietà fino in fondo, come San Francesco e come diceva Giovanni Paolo II a proposito della Gifra, affidandosi ad “un luminoso ideale di vita”.