martedì 6 settembre 2016

Esperienza di servizio alla Caritas di Roma

In questo particolare anno della misericordia, la gioventù francescana di Cava de' Tirreni ha voluto vivere un'esperienza di servizio mettendo in pratica le opere di misericordia che Papa Francesco ci ricorda nella bolla Misericordiae Vultus e con cui ha annunciato l'apertura dell'anno giubilare della Misericordia.

Nel primo weekend di agosto ci siamo recati a Roma, presso la Caritas diocesana romana, la quale svolge un ruolo fondamentale nella vita sociale della città e si candida ad essere il punto centrale per l'accoglienza di persone con forti disagi; insomma opera nel campo sociale dove lo Stato molto spesso viene a mancare.

Dopo la sistemazione nell'alloggio residenziale, l'esperienza di servizio ha inizio con un incontro di formazione, il quale ha come oggetto proprio l'esperienza da vivere nella giornata seguente.

La parola del Vangelo, fonte di ispirazione per ogni cristiano, ci aiuta a prepararci. Viene scelto il passo in cui Gesù vive la sua esperienza di servizio più forte: “la lavanda dei piedi”. Una vicenda ben nota, in quanto rievocata nel Giovedì Santo, in cui Gesù si cinge la vita con un grembiule e lava i piedi ai suoi discepoli. Un gesto che racchiude in sé l'amore che Dio (nelle vesti di Gesù) dona all'uomo (i discepoli), perché il Maestro si abbassa a servire i suoi discepoli affinchè possano prendere parte con lui nella vita eterna.

Tale vicenda viene commentata attraverso un dipinto di Sieger Koder, il quale rappresenta Gesù chino a lavare i piedi a Pietro. Cristo è rappresentato senza volto, mentre viene raffigurato solo il volto dell'apostolo. Ciò sta a significare che quello di Gesù è il volto dell'amore dei fratelli e possiamo incontrare il Signore solo se ci doniamo all'altro, se ci dedichiamo all'altro, se offriamo all'altro il nostro servizio senza voler nulla in cambio. Anche se quello che facciamo è poco, proprio come una goccia rispetto alla vastità del mare, quella goccia però ne cambierà la consistenza.

Il giorno successivo è stata svolta presso la Caritas diocesana di Roma l'esperienza di servizio vera e propria. In particolare la giornata ha avuto inizio con la visita all'ostello della Caritas romana nei pressi della stazione Termini, dove vengono accolte persone con diverse storie, esigenze, trascorsi, ma con il bisogno di essere accolti perché la società civile li ha messi da parte, li ha rifiutati.

La struttura dell'ostello offre diversi servizi, primo fra tutti dona una dimora a quanti vivono per strada ed offre un pasto caldo a quanti non possono permetterselo. Inoltre, tramite i centri di ascolto gli ospiti vengono seguiti ed accompagnati verso una “riabilitazione sociale”: il centro offre un soggiorno notturno e una cena, ma durante il giorno, a seconda delle particolari condizioni, ogni ospite è invitato ad uscire dal centro per cercare una propria indipendenza tramite un lavoro, ad esempio.

Questo ostello però ha una particolarità che lo rende unico rispetto agli altri: Papa Francesco ha voluto realizzare la prima Porta Santa non presente in un luogo religioso, cosicché chiunque potesse passare attraverso essa e sperimentare la Misericordia di Dio. Anche noi abbiamo attraversato quella porta tenendoci per mano. Successivamente ci siamo spostati presso Casa Giacinta per offrire il nostro contributo al servizio mensa della struttura. Questo luogo è un centro di seconda accoglienza nel quale giungono persone che hanno già intrapreso un programma di riabilitazione. In concreto, ospita numerose persone anziane senza dimora, o parenti ed amici in grado di accoglierli, dalle diverse problematiche fisiche e non.

Qui ha luogo il vero e proprio servizio tramite l'accoglienza e l'offerta del pranzo agli anziani.

La giornata si conclude con un momento di condivisione esprimendo le sensazioni e le emozioni provate durante questa esperienza. Subito si evincono pensieri contrastanti: non è stato semplice all'inizio, essendo stata la prima esperienza, c'era un po' di imbarazzo, perché non si conoscevano le persone con cui si entrava in contatto; poi l'esperienza è andata migliorando in quanto si è cercato di strappare loro un semplice sorriso, di aiutare chi non poteva a sbucciare della frutta o ad aiutare a mangiare un gelato, cogliendo l'occasione di scambiare qualche parolina.  

Non ci accorgiamo, molte volte, di quanto siamo fortunati nell'avere una famiglia, un piatto caldo sulla tavola a casa sempre pronto, avere una sorella o un fratello con cui scambiare una parola, non capiamo l'importanza di avere qualcuno accanto e di non essere soli. Non è stato semplice, ma aiutare qualcuno che veramente ha bisogno ci riempie il cuore di gioia, ci carica di forza di volontà e ci sprona ad offrire un servizio ad ogni occasione di bene.

Nel giorno conclusivo ci siamo recati nella Città del Vaticano dove ancora una volta insieme tenendoci per mano abbiamo varcato la Porta Santa per poi ascoltare le parole di Papa Francesco nel consueto Angelus domenicale.

Nonostante questo programma ricco di impegni da rispettare non sono mancati i momenti di relax trascorsi ad ammirare il fascino che la città di Roma offre ai suoi abitanti con i suoi stupendi monumenti, gli imperiosi palazzi e le fantastiche piazze.

L'esperienza di Roma ci ha segnato la ricorderemo sempre con queste parole pronunciate dal Signore:" Tutto ciò che avete fatto al più piccolo dei miei fratelli lo avete fatto a me" (Mt, 25-40).

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