Il tempo
pasquale offre tantissime immagini molto concrete e crude per permettere di
vivere pienamente la passione di Gesù Cristo nostro Signore. Il
figlio di Dio sta soffrendo per i peccati, le debolezze, le cattiverie dell’
umanità e sale sulla croce da innocente per salvarla... chi può amare più di
così!?
Anche la gioventù francescana ha vissuto
profondamente questa settimana santa partecipando agli eventi di fede, presso il
convento di S. Francesco e S. Antonio di Cava de’ Tirreni.
La settimana inizia con la Domenica delle
Palme in cui si celebra l'entrata trionfale di Gesù a Gerusalemme, acclamato
come Messia. «Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e
mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me» (Ap 3,20)
E noi siamo pronti ad aprire questa
porta?
Lunedì, martedì e mercoledì si contempla
il tradimento di Giuda che perde il più gran bene della sua vita per avidità o
stoltezza. Giuda guadagna pochi soldi e perde in effetti, tutto. Gesù, invece,
perde la vita e guadagna la Vita per sé e per i suoi fratelli.
Col giovedì ha inizio il triduo pasquale
della Passione, Morte e Resurrezione di Cristo. I gifrini, in tale occasione, hanno
partecipato alla celebrazione della messa in Coena Domini e alla Lavanda dei piedi, in cui si fa memoria dell’Eucarestia, del
Sacerdozio e del Comandamento dell’Amore, non semplicemente ricordando ciò che
è accaduto ma ritornando alla grazia di quell’evento, incontrando direttamente
il Signore Gesù.
Gesù ci invita a pensare «Chi sono io dei Dodici?»,
«Sono forse Pietro, che non si sente degno nel farsi lavare i piedi da Lui? O
Giovanni, che invece si lascia servire? O ancora Giuda, che si fa lavare
nonostante il suo tradimento?». Gesù ci chiede quindi di rivederci in quei
Dodici, meravigliarci davanti a Lui che si fa dono, fare esperienza della vita, uscire dalla depressione quotidiana e
fare come Lui: amare e servire. La Celebrazione non si conclude con la
Benedizione Finale ma con Gesù Eucarestia che viene deposto nell’altare della Reposizione.
Alcuni gifrini, insieme all’ Ordine Francescano Secolare,
hanno animato l’ adorazione eucaristica, altri invece hanno partecipato alla processione dei “battenti” che ha
attraversato il centro storico della città.
Venerdì Santo, nel primo pomeriggio si è
svolto il rosario della Divina Misericordia per ricordare la morte di Gesù
sulla Croce, mentre alle ore 18:00 è stato letto il Vangelo della Passione con
l’ Adorazione della croce: adorare la
croce vuol dire avvicinarsi a Cristo morto per noi, affidargli tutte le nostre
croci. A seguire la Via
Crucis.
Il Sabato Santo alle ore 22:00 inizia la
veglia notturna, che S. Agostino definisce madre di tutte le veglie. La
gioventù francescana ha animato questa liturgia così importante e così ricca di
segni come la benedizione del fuoco, l’
incisione della croce sul cero pasquale, la benedizione dell’ acqua. È il giorno in cui Cristo ha vinto la morte,
in cui bene e male si sono affrontati e Cristo vittorioso risorge dai morti e
sconfigge le tenebre del male.
Per S. Francesco la
Pasqua è l'occasione per cantare la vittoria del Signore sulla morte mediante
il dono della vita. Nell'Ufficio della passione (FF 292-293), Francesco dedica
un salmo intero a questa celebrazione della vittoria del Signore e alla sua
accettazione nella storia della nostra salvezza: “Cantate al Signore un canto nuovo, perché ha fatto cose meravigliose.
Questo è il giorno fatto dal Signore: esultiamo in esso e rallegriamoci.
Cantate inni al Signore.”
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