La veglia si è aperta con la riflessione iniziale del celebrante Padre Candido del Pizzo, il quale ha incitato ad aprire il cuore poichè è lì che si nasconde la vera pace.
Dopo il canto”Dona la Pace” e il Salmo 34 hanno avuto inizio i momenti della veglia, che sono stati quattro ognuno dei quali iniziava portando un segno all'altare.
Il primo segno con cui ha avuto inizio il momento, intitolato “Non più schiavi ma fratelli”, è stato una candela, luce della Parola di Dio, che ha avuto lo scopo di illuminare la veglia ma soprattutto le menti e il cuore dei presenti, ad incitarli a spingerli verso la comunione con gli altri, ad accogliere e ad abbracciare i fratelli, senza calpestare i diritti fondamentali dell'altro e annientare la libertà e dignità altrui ricordando tra l’altro il massacro alle vittime ebree della Shoah.
In seguito portando all'altare le catene è iniziato il secondo momento:" I molteplici volti della schiavitù". I gifrini hanno voluto sottolineare l'importanza del rispetto della persona umana, perchè solo con esso unito all'amore può iniziare un dialogo con coloro che operano e pensano diversamente da noi nella società, nella politica e nella religione.

Il terzo momento " Globalizzare la fraternità, non la schiavitù, nè l'indifferenza", è cominciato portando all' altare il mondo, perchè per sconfiggere questa indifferenza e questa schiavitù c'è bisogno della mobilitazione e dell'unione di tutti i fratelli del mondo, c'è bisogno di solidarietà e di fraternità, per dare speranza di un miglioramento delle condizioni degli ultimi.
Infine il quarto momento ha visto i gifrini, uniti alla comunità, affidare al Padre i progetti di pace. Tale momento è stato quello più incisivo, che ha emozionato tutti perchè ognuno ha potuto scrivere proprie preghiere, riflessioni, su dei fogli da consegnare ai piedi dell’altare, e uniti poi insieme nella preghiera del Padre Nostro, la fraternità, si è unita più che mai nella lotta per la pace.
Le stesse mani unite nella preghiera hanno visto alla fine della veglia lanciare verso l'alto una lanterna, in cui racchiudere le speranze di tutti e affidarle al Signore.
"La pace richiede lotta, sofferenza, tenacia,sacrificio. La pace prima che traguardo, è cammino e per giunta cammino in salita"(Don Tonino Bello).
La lotta per la pace non si conclude in un solo momento, quale la veglia, ma deve essere un continuo percorso, che solo insieme si può raggiungere. Non perdiamo tempo!
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