Fraternità: dono e prova, questo il tema che ha accompagnato noi giovani della Gioventù francescana di Cava de’ Tirreni nell’esperienza del campo estivo vissuta dal 20 al 23 agosto 2015 presso il Santuario della Madonna della Libera di Castellammare di Stabia.
Trattare il tema della fraternità appare sempre importante poiché rappresenta il nostro stile di vita; ci siamo chiesti se veramente essa è presente nella nostra quotidianità e che senso le diamo.
Punto di partenza una semplice frase: “Il signor mi donò dei fratelli”, tratta dal testamento di San Francesco, che racchiude in sé un immenso significato. Nel suo modo di esprimersi, il fraticello di Assisi lascia trasparire la sorpresa dinanzi alla venuta dei primi frati e al contempo ci manifesta quanto intimamente egli lo desiderasse.
Anche a noi il Signore dona dei fratelli, ce li pone accanto e ci chiede di accoglierli con i loro pregi e il loro difetti; ognuno possiede delle qualità uniche e diverse che permettono di completarsi nell’insieme della fraternità, così come San Francesco ricorda:
"... sarebbe buon frate minore colui che riunisse in sè la vita e le attitudini dei seguenti santi frati: la fede di Bernardo, che la ebbe perfetta insieme con l'amore della povertà; la semplicità e la purità di Leone, che rifulse veramente di santissima purità, la cortesia di Angelo, che fu il primo cavaliere entrato nell'Ordine e fu adorno di ogni gentilezza e bontà, l'aspetto attraente e il buon senso di Masseo, con il suo parlare bello e devoto; la mente elevata nella contemplazione che ebbe Egidio.." [cap. 85: FF 1782].
Vivere la fraternità ci mette anche alla prova: accogliere l’altro non è facile. L’altro è una sfida, si impone con la sua presenza, costringe a ripensare ai propri piani, ad allargare i confini fino ad abbatterli. La relazione con l’altro è difficile, anche quando quel fratello o quella sorella la conosciamo da sempre, a volte a causa di giudizi e pregiudizi che generano “conflitti” per l’affermazione del proprio io e del proprio spazio. La fraternità si offre come opportunità per ascoltare noi stessi e gli altri. Riscoprire l’altro ci rende disponibili all’incontro; attraverso la parabola del buon samaritano (Lc 10, 25-37) che ha compassione dell’uomo vittima dei briganti, che gli fascia le ferite, abbiamo ribadito che la fraternità non nasce dalla “selezione”, ma dall'accoglienza gratuita di coloro che ci sono stati donati: nella fraternità il fondamento della relazione non è l'elezione, ma l'accoglienza .
L'invito ad accogliere l’altro è stato ulteriormente sottolineato ascoltando ed evidenziando le frasi più significative della nota canzone "Benvenuto" di Laura Pausi.
"Benvenuto a chi sorride, a chi lancia sfide", perché ci aiutano ad uscire dai nostri schemi mentali chiusi e ad assumerci le responsabilità; "benvenuto a chi non cambierà mai e benvenuto a un musicista...agli accordi che diventano i miei", accogliere l'altro, provando le sue stesse emozioni e alleviando le sue sofferenze.
Giorni indimenticabili, trascorsi fra risate, momenti di preghiera, momenti di confronto, ascolto e dialogo.
Infine un’ultima riflessione sul senso della fraternità attraverso una piccola storia:
"Un giorno Padre Galaction pose questa domanda a un eremita che aveva incontrato per caso nella foresta: «Ditemi, Padre, quando verrà la fine del mondo?». E quel sant'uomo, sospirando rispose: «Lo vuoi sapere, Padre Galaction?... Quando non ci sarà più sentiero tra l'uomo e il suo vicino»”.
In queste parole troviamo una definizione del senso della vita fraterna: quando gli uomini pretenderanno di vivere dietro steccati egoistici, chiuderanno i cuori l'uno nei confronti dell'altro, si scorderanno l'amore, il servizio reciproco, la comunione, la vita si svuoterà di senso, il mondo sarà giunto alla sua fine.
La bellezza della fraternità sta proprio nella diversità che si trasforma in forza e non in difficoltà.
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