domenica 14 febbraio 2016

VINCI L'INDIFFERENZA E CONQUISTA LA PACE

“Vinci l'indifferenza e conquista la pace”… con questo slogan Papa Francesco ha intitolato il suo messaggio per la celebrazione della XLIX GIORNATA MONDIALE DELLA PACE e tanti giovani gifrini si sono impegnati nel promuoverne i contenuti attraverso la testimonianza e la preghiera.

 

Appuntamento ormai fisso nella nostra agenda è “La Marcia della Pace” organizzata dalla diocesi di Amalfi  Cava con il grande contributo di diverse realtà cattoliche e laiche del territorio come la Caritas diocesana, Pax Chrsiti Cava, l'Azione Cattolica e il gruppo Giovani dell' Annunziata.

 

Grazie all'irrefrenabile vena creativa di Antonio Armenante, di Pax Christi, il tema della marcia di quest'anno è stato “IL PROFUMO DELLA PACE”: un piccolo segno di condivisone fatto per richiamare quel gesto fatto da Gesù a Maria di Betania, che gettandosi ai piedi del Maestro li lava con olio profumato per poi asciugarli con i propri capelli.

 

Per l'occasione è stato allestito un grande e colorato corteo che ha sfilato lungo il corso cittadino animato con canti e musiche prodotti dalla collaborazione della Gioventù Francescana e del Gruppo Giovani dell'Annunziata. Al corteo e per tutta la manifestazione presenti oltre all' Arcivescovo S. E. Mons. Orazio Soricelli, il vice  sindaco Nunzio Senatore, in rappresentanza delle autorità comunali.

 

Il corteo si è concluso nella chiesa di Sant'Alfonso, in un piccolo auditorium messo gentilmente a disposizione da Don Gioacchino Lanzillo, dove si è svolta la seconda parte della manifestazione.

 

Dopo i saluti e ringraziamenti di rito, si entra nel cuore della serata con una serie di testimonianze sui temi che attualmente attanagliano il mondo.

Primo a parlare è un testimone che svolge la propria attività di volontariato in Palestina, tramite l' Operazione Colomba; ci descrive brevemente com'è la vita in quella terra, dove si è sempre a contatto con la morte. In particolare ci mostra come un semplice gesto, quello di accompagnare i bambini a scuola possa essere difficile e complicato quando a farlo sono persone palestinesi che passano vicino al territorio israeliano.

In seguito la parola ad Antonio Armenante che ci ha invitati a riflettere sull'enorme potere di cambiare il mondo donatoci, ma che non sappiamo sfruttare. Parla del problema degli armamenti e delle banche che speculano facendo i propri interessi quando potrebbero andare in difficoltà se decidiamo di ritirare i nostri depositi.

 

Al termine dell'intervento viene presentata una seconda testimonianza: a parlare stavolta è una mamma. Il tema della testimonianza è uno dei più scottanti degli ultimi giorni, ovvero quelli dei profughi e dell' accoglienza. Allora ci mostra un concreto gesto di misericordia: lei e il marito hanno accettato di accogliere in casa propria diversi bambini e ragazzi immigrati che fuggono dalla guerra e dalla povertà della loro terra.

 

Infine, dopo un breve discorso dell' Arcivescovo, la manifestazione si è conclusa con un emozionante ballo sulle parole della poesia di Don Tonino Bello “DAMMI SIGNORE UN' ALA DI RISERVA”.

 

La Gi.Fra di Cava, il 5 Febbraio 2016,  ha organizzato grazie all'aiuto del celebrante Padre Candido del Pizzo, una Veglia di preghiera per la Pace presso il Convento San Francesco e Sant'Antonio, a cui hanno partecipato i gifrini e i presenti che hanno accolto l'invito.

 

La veglia si è aperta con un canto iniziale ed è poi continuata leggendo alcuni pezzi del messaggio di Papa Francesco, articolandosi in vari momenti. Il primo di questi è stato “PACE: DONO DI DIO”: leggendo un passo tratto dal libro del profeta Isaia (Is 9,1-6) è stato portato all'altare il primo segno: la luce, quella che illumina ogni uomo, luce della Parola di Dio. Essa rappresenta la luce di Cristo che noi attendiamo e desideriamo. Solo se riusciamo a farci illuminare da essa possiamo diventare davvero luce del mondo ed essere portatori di pace.
 

Nel secondo momento “Pace: opera degli uomini” è stata sottolineata un'altra azione, richiamata sempre dal messaggio del Papa, compiuta frequentemente da noi uomini: l'indifferenza. Essa costituisce una minaccia alla fratellanza e alla vita comune, alla famiglia umana. “La prima forma di indifferenza è quella verso Dio, dalla quale scaturisce anche l'indifferenza verso il prossimo e verso il creato[...]”.
Per questo è stato portato all'altare un altro segno: una benda. Quante volte ci copriamo gli occhi per non vedere ciò che non ci piace? Quante volte ci copriamo gli occhi davanti al Signore e ai nostri fratelli? Durante la veglia sono stati consegnati a tutti i presenti dei biglietti, con sopra disegnati degli occhi chiusi, sui quali ognuno doveva scrivere il proposito o l'impegno di farsi carico di qualcosa o di qualcuno per cui fino al quel momento aveva manifestato indifferenza, abbattendola e aprendo così poi gli occhi, perchè è ciò che richiede la conversione del nostro cuore.
 

Nel'ultimo momento “Pace: dall'indifferenza alla conversione del cuore” è stato letto il brano tratto dal Vangelo di Luca sulla parabola del buon samaritano. Come il samaritano che prova compassione, nel senso di “soffrire insieme”, dovremmo più spesso immedesimarci nei panni dell'altro, capendo appunto la sua sofferenza.
Dopo le riflessioni di Padre Candido del Pizzo, il quale ha sottolineato l'importanza di diffondere la pace,  la si può ottenere solo grazie alla solidarietà e all'unione di tutti i fratelli del mondo, è stato portato all'altare l'ultimo segno: un collage che rappresenta i diversi modi per conquistare la pace, attraverso il dialogo con le altre nazioni, attraverso un abbraccio o una carezza fatta ad un povero, ad un anziano, ad un carcerato, ad un sofferente. La pace si può ottenere rispettando le altre religioni, facendo spazio nel nostro cuore all'amore di Dio, che come nella parabola del buon samaritano si fa prossimo per curare le nostre ferite e per salvarci. Anche San Francesco riesce ad abbracciare un lebbroso e a considerarlo fratello, perchè è pieno dell'amore di Dio.
 

San Francesco ci insegna che per essere costruttori di pace bisogna avere la pace nel cuore, perchè non si può portare pace se non si è in pace con se stessi e con Dio : ”La pace che annunziate con la bocca abbiatela ancora più copiosa nei vostri cuori. Non provocate nessuno all'ira o allo scandalo, ma tutti siano attirati alla pace, alla bontà, alla concordia della vostra mitezza”.

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