Sabato 12 Marzo la Gioventù francescana di Cava de'
Tirreni ha vissuto l'iniziativa "Mani tese verso il mondo"
incontrando i detenuti dell'Istituto a Custodia Attenuata di Eboli per il
Trattamento delle Tossicodipendenze e/o Alcoldipendenze.
L'incontro, tenutosi presso il piccolo teatro curato e
abbellito dai detenuti stessi, ha visto la partecipazione di nuovi detenuti che
la scorsa volta non erano presenti, i quali hanno potuto assistere insieme ai
gifrini ai momenti di testimonianza e di condivisione di alcuni detenuti, che
hanno avuto ancora una volta il coraggio di parlare di esperienze della propria
di vita, non vissute con semplicità e con razionalità.
Oltre alle testimonianze, in questo tempo pasquale, i
gifrini e i detenuti hanno realizzato nell'istituto una piccola via Crucis e
poi, insieme, prendendosi per mano hanno
recitato il Padre Nostro.
Leggiamo alcune emozioni e sensazioni vissute dai
partecipanti:
SIMONA: "La visita all'Icat di Eboli per me è
stata un'esperienza nuova che mi ha toccato molto. Ascoltare le testimonianze
di alcuni detenuti che hanno attraversato vicende molto difficili, mi ha dato
modo di riflettere su quante volte noi non apprezziamo il dono della LIBERTA'. Libertà non solo come
libertà di circolazione, ma anche come libertà di scegliere cosa è bene e cosa
è male. Alcuni fanno delle scelte sbagliate, optando per qualcosa che sanno non essere
giusta, ma quel momento di debolezza in
quella determinata circostanza li induce ad orientarsi su quella strada. Ciò
che conta è il ravvedimento, la voglia di tornare alla persona che si era
prima, cercando di imparare dai propri errori per non commetterli più. Per fare
questo noi esseri umani da soli non possiamo andare avanti, abbiamo bisogno di
una forza "speciale", di una carica nuova, e questa forza può darcela
solo il Signore".
MARCELLA:" La cosa che mi ha colpito è stato
quando per concludere il pomeriggio dovevamo recitare il Padre Nostro e ci era
stato chiesto di andare tra i detenuti. Nel tenere loro le mani il mio cuore
batteva forte, non so descrivere che sensazione era, ma batteva ed ero
felice".
ROSANNA:" E' la seconda volta che faccio questa
esperienza e questa volta è stato come andare a trovare un amico che non vedevo
da tempo! Ho conosciuto nuove persone… Conoscevo solo un ragazzo, ma la sua
testimonianza è stata più dettagliata della volta precedente. Alcune esperienze
sono molto forti e toccanti, c'è chi ha sempre vissuto con una famiglia di
tossicodipendenti e chi in un quartiere difficile come Scampia. Si inizia per gioco,
si continua per piacere e ci si riprende per vivere davvero! Il dolore provato
da queste persone è davvero indescrivibile e per quanto ci si possa mettere nei
loro panni, essere protagonisti è tutta un'altra storia. Spero che una volta
usciti dall'ICAT trovino qualcuno che accetti il loro passato e li ami per come
sono ora, senza pregiudizi. Uscire non è facile, non rientrare è difficile, per
questo non devono sentirsi soli, altrimenti trovano rifugio solo nelle
sostanze".
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