martedì 27 maggio 2014

Festa Regionale Gi.Fra - Hey Brother!

Il 1° Maggio si è svolta, come da tradizione, la festa regionale della Gioventù Francescana di Campania e Basilicata presso il parco Mercatello a Salerno, appuntamento pensato per condividere la bellezza del nostro essere francescani.
Il tema della giornata è stato: "HEY BROTHER! GI.FRA. SENZA FRONTIERE". Ognuno nella sua vita ha le sue frontiere, limiti personali, fragilità che spesso ostacolano il percorso verso gli altri e verso Dio. Questa giornata è stata pensata con l’obiettivo di abbattere ogni muro dell'egoismo, del potere, del vuoto interiore per andare incontro all'altro e portargli la luce di Cristo.
La festa è stata aperta a tutti i gifrini, al cui arrivo è stato dato loro il kit della giornata composto da: maglietta regionale dell’esperienza e un braccialetto identificativo; ogni responsabile delle fraternità ha ritirato un pacco numerato contenente una domanda che sarebbe servita durante la giornata. La festa è iniziata con balli e canti e soprattutto con un momento di preghiera.
La mattinata è entrata nel vivo con una serie di testimonianze di tre ospiti. Il primo era una donna invalida che ha narrato la sua esperienza professionale nonostante il suo vistoso handicap.
Il secondo era una figura molto nota ai ragazzi: il calciatore Christian Galliano. "Fin da giovane ho avuto una forte passione per il calcio che mi ha portato a dover compiere la prima scelta importante della mia vita all'età di 18 anni. Un club importante di calcio mi aveva proposto un'offerta di lavoro che accettai solo dopo forte indecisione e sofferenza, perchè così mi allontanavo dalla mia famiglia. Da quì ho iniziato la mia carriera di calciatore professionista che mi ha portato a militare in diverse squadre tra cui quella della mia città: il Benevento".
Christian ha sottolineato come il denaro prese il posto della sua passione per il calcio, infatti frequentava discoteche, night club, e il suo pensiero più importante era divertirsi.
Durante questo periodo "buio" avvertiva un malessere interiore che non riusciva a spiegare, finchè un giorno non trovò il coraggio di confessare questo problema alla fidanzata, che nonostante tutto gli era stato sempre accanto e che gli consigliò di fermarsi per cinque minuti davanti ad un crocifisso. Lui accettò il consiglio e si recò in una chiesa in cui trascorse tutta la giornata. Da quel momento l'incontro con il Signore gli ha cambiato la vita e ancora oggi continua a ringraziare la moglie per il consiglio datogli.
Oggi insieme hanno un bambino e Christian ha intrapreso il cammino francescano con il terzo ordine.
L'ultima testimonianza è stata fornita da un ex giocatore di basket: Gianluca, il quale a seguito di un incidente stradale avvenuto l'11 settembre 2004 è costretto sulla sedia a rotelle. La sua intervista ha seguito lo stile del programma "Affari tuoi", infatti i diversi pacchi, contenenti delle domande e consegnati ad inizio festa ad ogni fraternità, sono serviti per il gioco. Gianluca scegliendo dei pacchi ha risposto a delle domande sulla sua vita. Ha spiegato che nonostante si trovino difficoltà lungo il percorso della vita, con la forza di volontà e tanta fede tutto si riesce a superare.
Dopo il pranzo, nel pomeriggio i giovani sono stati divisi in gruppi secondo il braccialetto ricevuto all'arrivo. Ogni colore rappresentava una nazione e ha gareggiato a la parrocchia “Gesù Redentore“.


I limiti, a volte, possono anche essere delle opportunità. Anche San Francesco ce lo insegna, quando, abbracciando un lebbroso, da cui era sempre stato tenuto lontano da una personale e limitante repulsione, esclama: “E ciò che mi era amaro, mi venne mutato in dolcezza di anima e di corpo”. Rendere dolce ciò che è amaro, cercare un limite per provare, almeno a superarlo, per crescere nel Suo amore: è questo che come giovani francescani intendiamo e vogliamo testimoniare, non c’è frontiera che tenga davanti all’amore di Dio.

lunedì 12 maggio 2014

Festa Diocesana dei Giovani - Agerola 2O14

“ Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli” ( Mt 5,3).  Ma che cosa significa essere beati? Beati vuole dire essere felici. Ditemi: voi aspirate davvero alla felicità? In un tempo in cui si è attratti da tante parvenze di felicità, si rischia di accontentarsi di poco, di avere un’ idea in “piccolo” della vita. Aspirate invece a cose grandi. Allargate i vostri cuori!”.
 Questo è il messaggio che il santo padre Papa Francesco  ha inviato ai giovani  in occasione della XXIX giornata mondiale della gioventù 2014. In comunione con la Chiesa  di Roma, ogni anno anche la Pastorale Giovanile della diocesi di Amalfi – Cava de’ Tirreni, sceglie un comune del proprio territorio per celebrare la Festa Diocesana dei  Giovani. Quest'anno è stata la volta di Agerola che, il 26 aprile 2014, ha accolto  giovani  e giovanissimi delle diverse realtà parrocchiali  nel suo centro Polifunzionale  mons. Andrea Gallo nella frazione Campora. Tenendo fede alle parole del Papa, tutti i ragazzi sono stati invitati ad interrogarsi sul tema “La chiave della felicità”.
Anche la Gioventù francescana di Cava de’ Tirreni ha partecipato attivamente alla realizzazione di questa festa in collaborazione con don Giuseppe Milo, parroco di Campora,  e con l’equipe di pastorale giovanile della diocesi. Alle ore 16.00  si parte con l’accoglienza di giovani e giovanissimi sulle note del canto dei Gen Rosso “ Un Fiume di felicità”, scelto come inno della giornata e animato dai ragazzi della Gi.fra e della parrocchia della SS. Annunziata. Dopo un caloroso benvenuto da parte del sindaco della città, è stato presentato l’ospite speciale della giornata: don Roberto Dichiera, che ha portato la sua testimonianza ai giovani. «La mia storia è composta da tante tappe - ha esordito - a dodici anni ho provato la prima sigaretta, a quattordici i superalcolici nelle discoteche. Ai miei dicevo che andavo a fare un giro in paese con gli amici e invece andavo a sballarmi». Dopo la terza Media, don Roberto non ha più voglia di studiare e si arrangia con qualche lavoretto, «giusto per tirar su due lire da spendere nel weekend». A diciassette anni le prime vacanze trasgressive in Riviera romagnola. «Era il 1991 - ha ricordato don Dichiera - eravamo a Riccione e la vacanza è stata un mix tra ragazze e spinelli».  A diciannove anni don Roberto parte per il servizio militare, in Veneto, ma la situazione non migliora. «Avevo la mia «roba» anche in caserma -  ha spiegato - bastava farla sparire nella spazzatura quando arrivavano le ispezioni e poi ripescarla, e il gioco era fatto. Poi, il venerdì, si tornava a casa in permesso e partiva il lungo fine settimana in discoteca». «Stavo bruciando nell’inferno -  ha continuato don Roberto - quando un giorno il Signore ha mandato un angelo a salvarmi, un angelo con le sembianze di una meravigliosa ragazza, Manuela».

Il sacerdote ha ripercorso ogni istante di quel fondamentale incontro: dallo scambio del numero di telefono all’ innamoramento. << All’inizio cercai di resistere, di restare quello che ero trascinando anche Manuela nel mio mondo fatto di sballo ed eccessi. Le raccontai tutto di me, le dissi che l’avrei fatta divertire. Ma c’era una forza strana in lei, qualcosa che mi diceva: “Roberto, non sarò io a seguire te. Semmai il contrario”». Il piano di Roberto infatti cambia. «La domenica - ha affermato - Manuela andava a messa, e questo succedeva anche quando andavo a dormire da lei a Bologna. Io non volevo fare quello che resta a letto a poltrire, così cominciai ad accompagnarla. Le prime volte restavo in fondo alla chiesa e pensavo: “Che noia”. Poi, con il passar dei mesi, presi a trascorrere quasi tutti i fine settimana da lei e la messa diventò una costante. Lo facevo per amore, certo, ma a poco a poco iniziai ad ascoltare l’omelia, a provare a schiudere le labbra nella preghiera: ma non me ne ricordavo una, era dai tempi della cresima che non dicevo un’Ave Maria». Don Roberto decide di confessarsi e ricevere la comunione. Da quel momento diventa un’altra persona. Nel 1996 don Roberto decide di diventare sacerdote. Da dieci anni vive a Roma nella comunità «Nuovi Orizzonti» ed è un sacerdote di strada, ossia si spende per evangelizzare le persone più lontane dalla fede. Si reca nei centri sociali e nelle discoteche per promuovere una serie di iniziative e per favorire l’ascolto delle persone.
Don Roberto si è soffermato su due puti fondamentali per la ricerca della felicità: la lettura del Vangelo e il perdono. Infatti Cristo è la via per raggiungere la felicità, come ci ricorda anche Giovanni Paolo II: “quando cercate la felicità è Cristo che cercate”; la felicità è raggiungibile attraverso il perdono di se stessi e degli altri.
I ragazzi sono intervenuti per porre a don Roberto le loro domande e le loro curiosità e testimoniando la loro esperienza di felicità.
A seguire c’ è stato un breve momento di preghiera con il saluto e l’intervento dell’arcivescovo mons. Orazio Soricelli, sempre presente alle iniziative giovanili, e con l’annuncio della prossima festa dei giovani che si svolgerà il 28 marzo 2015 nella parrocchia di santa Lucia di Cava de’ Tirreni.
Infine, come segno della giornata è stata consegnata ai ragazzi una“ chiave  della felicità“  con  delle frasi di Papa Francesco e Papa Giovanni Paolo II.
La festa si è conclusa con un abbondante buffet offerto dalla comunità di Campora, con balli e canti.

Se vi va di conoscere la nostra realtà vi aspettiamo al convento S. Francesco e S. Antonio ogni giovedì alle ore 20:00 oppure potete seguirci sulla pagina facebook “Gifra Cava dei Tirreni” o qui, sul sito internet. Pace e Bene!!!
#GiFraCava